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Waiting for Sanremo! Nel mentre...



Domani, 5 febbraio, andrà in onda la prima puntata del festival canoro più atteso dell’anno: il Festival di Sanremo. A tal proposito, mi ritrovo qui a condividere con voi alcune riflessioni.

Su Facebook e in giro per il web si leggono numerose polemiche in particolare riguardo all’ingente compenso accordato ai presentatori – primo fra tutti al noto e amato cantante Claudio Baglioni. Un ossimoro che sembra stridere con la situazione attuale del Paese. C’è gente, infatti, che ritiene più opportuno destinare tale somma, ad esempio, alle cittadine vittime degli scorsi sismi e ai loro abitanti costretti ancora tutt’oggi a vivere senza una casa.

Lo scopo delle mie parole non è quello di giudicare l’esattezza o meno di una tale affermazione. Come già affermato nel precedente post (Diario di bordo), non reputo coretto giudicare ed etichettare i pensieri altrui, quanto invece credo sia molto più proficuo fare di tali pensieri spunti di riflessione che possano poi portare anche ad un dialogo costruttivo.

Alla frase “è meglio dare questi soldi alle città terremotate” aggiungo ciò che ho sentito ieri sul treno di ritorno a Milano. Una donna di mezz’età, infatti, nel dialogare con dei ragazzi ha detto: “ora le ragazzine vogliono fare tutte le veline, ma non è colpa loro, è colpa della società”.

Ora vi chiederete perché sto mettendo in parallelo queste due espressioni. La scelta di accostare due pensieri apparentemente diversi e concernenti situazioni dissimili non è casuale. La mia riflessione, infatti, vuole essere più ampia rispetto ai singoli contesti.

Innanzitutto, parto col dire che ogni lavoro ha la propria dignità. Ognuno ha la sua strada, la sua vocazione, e ognuno guadagna in base a quanto il contesto sociale abbia deciso di attribuire a quella professione. Secondariamente, mi sento di fare una provocazione: perché le ragazzine che sognano di diventare veline devono essere denigrate e sminuite, e questo non accade con il ragazzino che vuole fare il fashion blogger o il calciatore? Le situazioni paiono, ai miei occhi, equivalenti.

Fatti questi assunti, dunque, mi sento di orientare la mia riflessione in questa direzione. Se un cantante, una velina, un presentatore, guadagnano molto più di un neolaureato che cerca disperatamente lavoro sguazzando per anni nel mondo della disoccupazione, la colpa non è loro; il problema risiede più nel fatto che i primi lavorano in un mercato dove i soldi girano molto di più (eccome se girano!). Ma ricordiamoci che non sono persone che stanno rubando. Che dietro un cantante, un musicista, un giocatore di calcio, c’è comunque impegno, dedizione e tanto lavoro. Stiamo parlando comunque di “professionisti”.

Più che prendersela personalmente con il singolo personaggio famoso, bisognerebbe piuttosto riflettere sul perché i soldi girino più in un mercato rispetto ad un altro e sul come fare per cercare di cambiare la situazione.

Inoltre, è bello vedere come tante di queste persone facciano beneficienza e come, delle volte, gli innumerevoli guadagni vengano impiegati anche per aiutare i più bisognosi.

È un articolo che non vuole prendere le difese di nessuno ma che semplicemente cerca di smontare pian piano i soliti stereotipi per andare oltre e vedere quel che di buono c’è nella realtà che ci circonda. In sintesi, per dirlo con le parole di un giurista: “non è la posizione dominante ad essere sanzionata quanto l’abuso di tale posizione”.

La conclusione vuole quindi essere che non si può remare contro quello che è l’evolvere della società e che ciascuno in questo mondo svolge il suo ruolo. L’importante è svolgerlo correttamente. Del resto, che mondo sarebbe senza Sanremo?


Cosa ne pensate? A voi la parola!


Ps: che vinca il migliore!!!

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